Cuori selvaggi e pazze idee al Salone Internazionale del Libro

[:it]È stato il Salone più visitato di sempre, con decine di migliaia di visitatori. Un evento unico in Italia, che normalmente si svolge una volta all’anno e che invece, questa volta, ha aperto le porte del Lingotto dopo soli sette mesi dal precedente.
C’è fame e desiderio di cultura nel senso più ampio del termine e forse anche questo clima ha ispirato il titolo, “Cuori Selvaggi”.

Noi dell’Associazione culturale Luna Scarlatta ci siamo fatte subito il biglietto per Torino, abbiamo cercato alloggio e pianificato un piccolo bagaglio fatto di abiti leggeri e scarpe adatte alle lunghe camminate: ormai, dopo tanti anni, conosciamo i trucchi per vivere al meglio questo appuntamento, che per noi riveste una grande importanza professionale e personale. Sì, perché non si tratta soltanto di rifinire il programma per il nostro Festival, che si svolgerà come di consueto a novembre, ma anche di trovare ispirazione, conferme e perché no, anche sconvolgimenti rispetto al conosciuto.

Quest’anno Pazza idea ha come tema l’ “Officina Futuro”, che in qualche modo risuona insieme e accanto ai “Cuori Selvaggi”: vivere intensamente il presente per proiettarsi in un futuro che non conosciamo ancora, ma di cui possiamo intravedere le opportunità, le promesse e le complessità. Le relazioni e la loro “corporeità” si confermano preziose anche nell’epoca digitale: due piani non necessariamente in contrapposizione, ma che possono intersecarsi positivamente.

Durante la nostra domenica al Salone abbiamo partecipato a numerosi incontri: quello sulle “Ragazze del secolo scorso”, le Maestre del Novecento come Alba De Cespedes o Joyce Lussu solo per citarne un paio, che sono state raccontate con rigore filologico ed emozione dalle scrittrici e curatrici italiane del nostro tempo: Silvia Ballestra, Marta Barone, Claudia Durastanti, Simonetta Sciandivasci e Nadia Terranova, sapientemente moderate da Loredana Lipperini; quello, in un Auditorium gremito di pubblico, con Gemma Calabresi Milite e la sua storia straordinaria – e a suo modo radicale – di dolore e perdono; e seguendo il fil rouge del perdono, Chiara Tagliaferri con il suo primo romanzo – la conoscevamo, infatti, in altre vesti – che tocca gli angoli oscuri della rivalsa, accompagnata da un’esilarante Camihawke.
E ancora, Alessandro Gassmann e i suoi “Green Heroes”, gli attivisti ambientali che con le loro azioni parlano di un futuro necessario ancora prima che desiderabile per il nostro pianeta; Eshkol Nevo e il fascino senza tempo della grande letteratura, nella bellissima cornice del “bosco degli scrittori” – una super location tutta nuova, in quest’anno dai “Cuori Selvaggi”; la potenza feroce della poesia con la voce raffinatissima della poetessa Antonella Anedda; e molto, molto altro, in una giornata davvero densa di bellezza e incontri importanti.

Tuttavia, il Salone del libro non è fatto solo di presentazioni di libri, dibattiti, lezioni, reading, ma è fatto soprattutto di persone: è stato bello abbracciarsi, stringersi la mano, sorridersi, incontrarsi e rincontrarsi, condividere cultura e passione…tra una fila e l’altra, tra uno stand e l’altro, tra decine di firmacopie e giovanie meno giovani in attesa dei propri idoli. Quell’ambiente vivace e creativo, ricco ed extra-ordinario, che il salone internazionale del libro sa rinnovare – e migliorare – ogni anno.

Torniamo, dunque, a Cagliari con quel piccolo bagaglio, che avevamo pensato leggerissimo, in qualche modo reso più denso dalle idee e dalle suggestioni di questo viaggio, e più ispirate per il proseguimento del nostro lavoro di progettazione e realizzazione della cultura per tutte e tutti.

#pazzaidea22
#OfficinaFuturo[:]


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