Programma 2021

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Pazza Idea. Sguardo Altro

26 – 28 novembre 2021

Centro d’arte e cultura Il Ghetto, Cagliari

 

Sguardo Altro: quest’anno Pazza Idea, il festival di letteratura che si svolge a Cagliari a novembre, compie dieci anni e si rivolge alla contemporaneità con uno sguardo alternativo e aperto al possibile: un ricco programma di appuntamenti si snoderà dal 26 al 28 novembre nella storica sede del Centro d’arte e cultura Il Ghetto, nel cuore della città. La preziosa opportunità di realizzare un festival “in presenza” è l’occasione per sviluppare il tema portante di questa edizione: uno sguardo “altro” sul presente e le sue complessità, sulle esperienze inattese dell’anno della pandemia, sulle trasformazioni individuali e collettive che il nostro tempo ci richiede.

In questa decima edizione il festival Pazza Idea vuole esplorare il cambiamento: cosa è accaduto nel nostro paesaggio interiore, nelle relazioni e negli equilibri fra l’interno – spirituale, fisico e del rifugio domestico, e sentimentale – e l’esterno, cioè i luoghi dei corpi, della socialità, del confronto con l’altro? E su un piano più ampio, nello scenario globale improvvisamente compresso, quali sono stati i cambiamenti più significativi? Lo “Sguardo Altro” è la ricerca dell’alternativa possibile a meccanismi conosciuti e forse superati, e inevitabilmente l’incontro di nuove opportunità e punti di vista. I libri e la letteratura, l’arte e la creatività e ancor più le culture digitali sono protagoniste di questo tempo, e ci offrono preziosi strumenti di interpretazione, occasioni di partecipazione, sostegni oggi più che mai necessari.

Pazza Idea propone un percorso letterario – e non solo – attraverso incontri, laboratori applicativi, reading, panel, proiezioni, lectio magistralis che coinvolgono scrittrici e scrittori, filosofe, esperti/e di economia e società, musicisti/e, registi, giornalisti/e, creativi/e, esperti/e di cultura digitale, in un approfondimento culturale e creativo che suggerisca gli strumenti necessari per il quotidiano e punti di vista alternativi.

È proprio lo “Sguardo Altro” dell’arte e della letteratura, molto spesso strettamente correlate all’impegno politico, civile, sociale che caratterizza il nostro lavoro culturale fin dai primi anni di Pazza Idea e che in questa edizione si focalizzerà su un mondo in trasformazione, nel quale i libri costituiscono un’importante bussola per orientarci nel presente.

 

Per gli incontri non è necessaria la prenotazione, l’ingresso è libero fino a esaurimento posti, con esibizione del green pass.
Per i workshop è necessario prenotare scrivendo una mail a workshop.pazzaidea@gmail.com

 

venerdì 26 novembre

> h 17:00

La frattura dell’amore
Incontro e performance poetica con Maria Grazia Calandrone, in conversazione con Yari Selvetella. Con accompagnamento coreografico della danzatrice Donatella Martina Cabras; letture di Marta Proietti Orzella.

“Non so lasciare il male allo stato grezzo, non lo trovo utile a nessuno e a niente: la poesia affronta il male, ne distilla il canto, e ci accompagna mentre facciamo lo stesso, ci guida come la mano di una madre dentro la storia della nostra vita.”
Una delle voci più interessanti della poesia italiana contemporanea, che anche nella prosa ha saputo distillare il canto e il grido, il distacco e la rinascita, l’esperienza personale traumatica e a suo modo splendente. Calandrone è poetessa e scrittrice, drammaturga, giornalista, attivista, artista visiva, insegnante, autrice e conduttrice per Rai Radio 3 e grande scultrice delle parole. Il suo romanzo “Splendi come vita”, è una lettera d’amore alla madre adottiva sullo sfondo di un fatto di cronaca che fece molto parlare negli anni Sessanta, quando una bambina di pochi mesi venne trovata nel bel mezzo di Villa Borghese, a Roma.

Libri di riferimento: Maria Grazia Calandrone, Splendi come vita (Ponte alle Grazie, 2021),
Giardino della gioia (Mondadori, 2019)

 

 

> h 18:00

La parola e il corpo. Dire l’indicibile
Incontro con Paolo Milone, in conversazione con Jolanda Di Virgilio

È stato definito una sorta di “antologia di Spoon River” in chiave contemporanea e applicata a uno dei territori più misteriosi dell’essere umano, la malattia mentale. Ricorda anche la grande poesia, quella che si interroga sulle cose fondamentali: gli sguardi, il corpo, la fiducia, la parola, ma anche il cielo fuori e i suoni di una città. Il libro di Milone, psichiatra per quarant’anni a Genova, non giudica mai, tuttavia ci mette davanti a una verità spietata: la salute mentale è, in fondo, un tiro fortunato ai dadi, un corpo a corpo col destino. Un non-romanzo coinvolgente che commuove e stupisce, e perfino diverte: forse è questo il significato di misericordia.
E poi quell’unico comandamento così lineare e rivoluzionario che non si deve tradire come medico e come uomo: mai abbandonare le persone.

Libro di riferimento: Paolo Milone, “L’arte di legare le persone” (Einaudi, 2021)

In collaborazione con LEI Festival

 

> h 19:00

Primum vivere. La lotta, la resistenza e la bellezza delle donne afghane

Incontro con Tiziana Ferrario, intervistata da Vito Biolchini

“Dovevo raccontare le loro storie e la tua storia, perché chi ancora non si è arresa non sia abbandonata e perché nessuno possa dire: io non sapevo.”

Homaira, la principessa che dà il titolo al libro, è stata la nipote dell’ultimo sovrano afghano, Re Zahir Shah, l’uomo che ha governato il paese per quarant’anni, dal 1933 al 1973, prima di essere spodestato con un colpo di stato. Dopo aver raccontato l’Afghanistan come inviata di guerra a Kabul, qui Tiziana Ferrario raccoglie le storie e le voci di chi resiste a coltiva la propria libertà in condizioni difficili, spesso drammatiche. Giornaliste, insegnanti, medici, sminatrici, ma anche sportive, poliziotte, giudici, musiciste, disegnatrici, appassionate di costume e moda che non si arrendono a un disegno di sottomissione che le vorrebbe rendere invisibili. Donne che fanno la Storia senza retorica, senza una narrazione epica e mainstream che le faccia conoscere al mondo e che tuttavia esistono e resistono e sono un esempio di vitalità e speranza, di un’altra vita possibile.

Libro di riferimento: Tiziana Ferrario, La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli (Chiarelettere, 2021)

 

> h 20:00

Cosa abbiamo da dire di nuovo

Lectio Magistralis di e con Stefano Bartezzaghi. Introduce Yari Selvetella

La creatività, questa (s)conosciuta. Se ne parla da ormai un decennio, ma che cosa esattamente esprima una parola tanto espressiva è difficile, anzi, impossibile da precisare. Quello che sappiamo è che senz’altro può essere una via di fuga dall’ordinario, un piano B per vite annoiate, la scoperta della propria vocazione, e un formidabile modo di praticare uno “sguardo altro” sul mondo e la quotidianità.
Però, cosa possiamo dire che non sia già stato detto? Forse le parole di un grande modellista del linguaggio potranno indicarci una strada nuova – o aiutarci a riconoscere quella che abbiamo davanti.

Libro di riferimento: Stefano Bartezzaghi, Mettere al mondo il mondo. Tutto quanto facciamo per essere detti creativi e chi ce lo fa fare (Bompiani, 2021)

 

> h 21:00

Never sorry
Proiezione del documentario di Alison Klayman

L’esordio cinematografico di Alison Klayman, che ricostruisce la carriera artistica di Ai Weiwei, noto artista e attivista politico cinese, uno dei personaggi più emblematici e discussi del mondo dell’arte contemporanea, Ai Weiwei. Simbolo del dissenso nei confronti del governo cinese, grazie ad Ai Weiwei – Never Sorry l’artista riesce a veicolare il suo messaggio, aprendo gli occhi sulla tragedia del Sichuan o svelando nel dettaglio le tecniche adottate da Pechino per minare il suo dissenso.

Regia di Alison Klayman. Un film con Weiwei Ai, Danqing Chen, Zuzhou Zuoxiao, Inserk Yang, Evan Osnos, Yanping Liu, Huang Hung, Tehching Hsieh, Gu Changwei, Ying Gao. Genere Documentario, – USA, 2012

(durata 90 minuti)


 

sabato 27 novembre

> 12:00

I desideri fanno rumore

Incontro con Paolo Di Paolo, in conversazione con Mauro Porcu

I giovani e i loro desideri, gli slanci vitali, le complicazioni belle e inevitabili, il lungo strascico che la pandemia ha inflitto e infligge ancora a una generazione che dovrebbe essere il centro di tutto e invece è stata trattata come la più sacrificabile di tutte: il nuovo libro di uno scrittore di talento come Di Paolo racconta delle ragazze e dei ragazzi, ma anche gli adulti farebbero bene a guardarli meglio, queste ambasciatrici e questi ambasciatori del futuro.
Perché il desiderio è stato forse la prima vittima di questi anni complicati, ma potrebbe anche essere il primo a risorgere.

Libro di riferimento: Paolo Di Paolo, I desideri fanno rumore (Giunti Editore, 2021)

In collaborazione con Festival Forse alla Luna e Libreria Emmepi Ubik

 

> 16:00

Comunicazione e linguaggio: esercizi di stile

Incontro con Annamaria Testa, in conversazione con Francesca Mulas

Il linguaggio è sempre un territorio affascinante, complicato, denso di insidie e opportunità. Dall’esperienza e dall’intuito di una grande creativa e pubblicitaria italiana un’indagine sulla molteplicità e la multidimensionalità delle strutture che legano “quanto sta dentro a quanto sta attorno a un testo. La sua apparenza alla sua sostanza. E tutto alla nostra percezione e alla nostra cognizione.” Anche quando stiamo parlando, per fare un esempio, di “una bella giornata”.
Un saggio su comunicazione e disintermediazione, percezione e potenza delle parole, e le incredibili possibilità racchiuse in ogni frase. Provare per credere!

Libro di riferimento: Annamaria Testa, Le vie del senso. Come dire cose opposte con le stesse parole (Garzanti, 2021)

 

> h 17:00

La fantasia ci salva sempre. Una storia di amicizia, sogni e desideri

Incontro con Michel Faber, in conversazione con Manuela Arca, traduzioni di Marta Cadoni

L’hanno definito un “narratore dickensiano” e in effetti Faber, divenuto celebre in tutto il mondo per il monumentale “Il petalo cremisi e il bianco”, ha una sua capacità straordinaria di dipingere affreschi che sono più palpitanti che letterari, multidimensionali e poetici, avventurosi e che si dipanano sempre su più piani. Nella sparizione della lettera D dal mondo c’è una traccia forte del Faber poeta e, anche, inevitabilmente, del grande affabulatore che dapprima sussurra, poi invita, infine avviluppa in una storia pirotecnica di amicizia, sogni e desideri: la chiave, forse, per andare avanti in questi nostri tempi così complessi.

Libro di riferimento: Michel Faber, D (Una storia di due mondi) (La nave di Teseo, 2021)

 

> h 18:00

Con uno sguardo dritto e aperto verso il futuro. La generazione che sa raccontarsi 

Incontro con Alessio Forgione e Tommaso Giagni, in conversazione con Yari Selvetella

Non è mai semplice raccontare il tempo presente, i nodi della crescita, le tappe forzate verso la maturità, il disincanto o al contrario la persistenza dei sogni: ci vogliono cuore e limpidezza, l’urgenza di fotografare con le parole il momento cruciale dell’incontro – e dello scontro con l’altro e con la realtà. Eppure ci si può provare, creando un nuovo “lessico familiare” della memoria e degli affetti che ci fortifichi alle radici e ci indichi la strada, o dipingendo lo strappo necessario per sopravvivere in una società che oggi come in passato rifiuta e combatte gli outsiders, gli esclusi o i ribelli e così facendo semina la tempesta.
Un incontro con due scrittori giovani e di talento che sanno raccontare la loro generazione, i fallimenti e le perdite, ma anche la forza e le insperate risorse che possediamo, e soprattutto i luoghi delle periferie, in cui, a saperlo cercare bene, germoglia il futuro.

Libri di riferimento: Alessio Forgione, Il nostro meglio (La nave di Teseo, 2021)

Tommaso Giagni, I tuoni (Ponte alle Grazie, 2021)

 

> h 19:00

Il complottismo: la maschera del potere 

Lectio Magistralis di e con Donatella Di Cesare. Introduce Francesca Madrigali

“È la reazione immediata alla complessità,..la scorciatoia per venire a capo di un mondo ormai illeggibile.”
Nel XX Secolo il fenomeno ha assunto, ormai, proporzioni insieme epocali e quotidiane: non c’è evento, accidente, problema, notizia che non provochi un sussulto di diffidenza.
Il complottismo è “fenomeno ai margini ma non marginale” ed è un grave errore assecondare certe correnti di opinione che ridicolizzano e delegittimano con aggressività le teorie giudicate devianti, irrazionali o nocive, in questo modo confermando il gioco delle parti. Di Cesare è una filosofa, saggista e accademica che insegna filosofia teoretica all’Università “La Sapienza” di Roma. Dopo aver indagato i temi della violenza, dell’identità e del sovranismo ci propone una riflessione sulla difficoltà dell’uomo moderno nei confronti di un mondo variabile, non totalmente controllabile, in cui è manifesta la nostra vulnerabilità. Il complottismo non è solo “crampo del pensiero” o frutto dell’ignoranza, ma piuttosto è legato inestricabilmente al potere: la “casta”, “l’oligarchia”, “i poteri forti”, il “nuovo Ordine Mondiale”, sono considerate le entità oscure da cui bisogna difendersi.
Proveremo a guardare con occhi diversi e più attenti il fenomeno: l’osservazione filosofica della società e dell’essere umano ci dice, oggi, che il pensiero del complotto è soprattutto il segnale della profonda crisi che agita la democrazia contemporanea.

Libro di riferimento: Donatella Di Cesare, Il complotto al potere (Einaudi, 2021)

* Saluto del Rettore dell’Università di Cagliari

 

> h 20:00

Io sono come mi rappresento. Corpi e parole nella contemporaneità

Incontro con Giulia Blasi e Vera Gheno, in conversazione con Ester Cois

Corpo e parole, un legame molto stretto i cui contorni si fanno sempre più precisi via via che aumenta il livello di consapevolezza e senso critico nella società contemporanea. La rivoluzione digitale della comunicazione e l’accessibilità alle piattaforme social hanno modificato modalità e regole del linguaggio e della gestione dei conflitti, spesso distorcendole. Usare le parole è un’arte nell’epoca della polarizzazione delle opinioni e della scomparsa delle sfumature, e talvolta dimentichiamo che sono loro a rappresentarci nel mondo esterno. Si può praticare il dubbio come strumento vincente di ragionamento e discussione, sostiene Gheno, e così distillare un “metodo” per ricordarci la responsabilità che ognuno di noi ha in quanto parlante.
Più attenzione, dunque, anche verso le definizioni facili, gli stereotipi interiorizzati così profondamente da diventare verità condivise: uno per tutti, l’indispensabilità della bellezza.
Ed è proprio Blasi, in una serie di fulminei saggi che come istantanee fotografano lo stato dell’arte del sentire comune, che pone – e ci pone –  una domanda semplice e sovversiva: ma davvero, per vivere appieno in società, si deve per forza essere belle? E perché l’avvenenza riguarda solo le donne? La discussione è aperta.

Libri di riferimento: Giulia Blasi, Brutta. Storia di un corpo come tanti (Rizzoli, 2021)

Vera Gheno, Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole (Einaudi, 2021)

 

> h 21:00

Sono come mi vedi. Mauro Ermanno Giovanardi a cuore nudo

Incontro con Mauro Ermanno Giovanardi, in conversazione con Luca Zoccheddu

Mauro Ermanno Giovanardi è sicuramente una delle voci più conosciute del panorama pop rock italiano ed internazionale. Dagli albori negli 80’s con l’attività nei Carnival of Fools da lui fondati (nome tratto da una poesia di Patti Smith), passando per l’attività di manager e produttore, socio di Manuel Agnelli, nella Vox Pop, etichetta storica che ha segnato una strada, nell’era d’oro della produzione discografica italiana, fino agli anni con i La Crus, la carriera solista, il Festival di Sanremo, la Targa Tenco, la capacità incredibile di reinterpretare i più grandi successi della musica italiana ed internazionale, con la sua inconfondibile voce, nella sua marcata connotazione pop. Direttore Artistico de La Mia Generazione Festival, a Pazza Idea racconterà, accompagnato da Marco Cosma Vignera Carusino, alla chitarra e ai cori, e da Jessica Testa, al violino e ai cori, in versione acustica, gli ultimi venticinque anni della sua carriera, divisa tra l’attività nei La Crus e i dischi da solista. Il racconto in musica sarà intervallato da letture di prosa e poesia che, negli anni, hanno influenzato il suo percorso artistico.

In collaborazione con l’Associazione Time in Jazz e Altrove


 

domenica 28 novembre

 

> h 10:00

Playable World – I videogiochi per costruire mondi 

Incontro con Fabio Viola, in conversazione con Noemi Satta

Il gaming quale nuovo linguaggio ma anche narrazione altra, cambio di sguardo e prospettiva laterale, apre a modalità inedite di fruire e di comunicare la cultura. Strumento e declinazione delle diverse tipologie di innovazione, è soprattutto modalità per coinvolgere vari e diversificati pubblici.

Fabio Viola dialogherà con Noemi Satta su come un gioco può essere parte della costruzione di relazioni e capovolgimento di paradigma rispetto all’accesso ai contenuti culturali.

Incontro curato da Imago Mundi OdV, realizzato grazie al contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura e grazie al contributo della RAS LR n.14/2006.

 

> h 11:00

Il nostro diritto all’ansia

Incontro con Jolanda Di Virgilio e Ilaria Gaspari, in conversazione con Antonio Prudenzano

Lavoro, relazioni, affetti, sesso, famiglia: quanti sono gli ambiti in cui ci sentiamo costantemente sotto pressione, nella condizione di dover sempre dimostrare di essere all’altezza?

Con Ilaria Gaspari (autrice del saggio Vita segreta delle emozioni) e Jolanda Di Virgilio (co-autrice del romanzo Non è questo che sognavo da bambina), un dialogo sugli stati d’animo che spesso ci portano a soffrire di perfezionismo e ansia da prestazione, cercando di trovare antidoti – filosofici e letterari – all’individualismo e alla società della performance.

Libri di riferimento: Sara Canfailla, Jolanda Di Virgilio, Non è questo che sognavo da bambina (Garzanti, 2021)

Ilaria Gaspari, Vita segreta delle emozioni (Einaudi, 2021)

 

> h 12:00

Still Poetry. Gli sguardi altri della poesia 

Lettura di poeti dal mondo, con accompagnamento musicale e installazioni video

Cura e testi inediti di Yari Selvetella, redazione Simona Sabatino, video Fabrizio Giovanardi

Troppo spesso dimentichiamo le parole degli altri, anche quando possono aiutarci a capire chi siamo. Ci accontentiamo di moltiplicare in serie sempre gli stessi sguardi, sugli stessi argomenti; scegliamo ciascuno il suo calco preconfezionato e in esso nuotiamo, fraintendendone l’orizzonte: è solo un bicchiere e ci sforziamo di credere che sia il mare.

Dal mare autentico, invece, arrivano mille voci, mille scansioni dello spazio e del tempo. E tutte raccontano la natura umana, le sue contraddizioni, le sue ambizioni, così simili a ogni latitudine.

La poesia è disintossicazione dalla lingua unica delle autorità morali e dei pregiudizi.

Traduciamo quei suoni, decifriamo quei segni, o semplicemente ascoltiamo. E allora iniziamo a comprendere come e perché la vera poesia è un esercizio universale di libertà.

Come le navi vanno in porto, impreviste e colorate, arbitrariamente dirette a quella riva che chiamiamo casa, così la poesia del mondo raggiunge queste letture. La ascoltiamo pronunciata nella lingua in cui è stata pensata, e poi detta nella nostra. È un tentativo di avvicinarne i segreti, con la voce, con le immagini che essa suggerisce, con la parola detta e cantata: quando il mondo entra in porto, lo fa cantando.

Poesie di epoche trascorse, di paesi che il più delle volte sappiamo solo equivocare, ci sorprendono in questo viaggio, si mischiano a quelle nate nei luoghi delle nostre vite, dove ancora possiamo consultarle, se solo lo vogliamo. Scopriamo continenti, regioni, città e mari, conosciamo migranti e viaggiatori, osservatori e pensatori, donne e uomini che hanno affidato alle parole la velleità o la certezza di una permanenza.

Quando anche l’inchiostro è abraso, quando anche il significato si fa oscuro, la poesia rimane ancora, rimane ancora finché possiamo dirci umani.

Letture da: Baldini, Cvetaeva, De Vita, Emre, Isaka, Ishimure, Hafez, Hikmet, Kavafis, Loi, Mereu, Mistral, Nordbrandt, Qabbani, Parra, Pessoa, Rilke, Ritsos, Rumi, Saba, Satta, Sengor, Shelley, Stanescu, Szymborwska, Tagore, Yang Wanli e molti altri.

Letture a cura di: Lia Careddu, Maria Loi, Felice Montervino e Fausto Siddi 

Musiche a cura di Safir Nou

 

> h 17:00

La vita vince sempre. Amore e passione durante e dopo una pandemia mondiale

Incontro con Manuel Vilas, in conversazione con Renato Chiocca, traduzioni di Maura Bagnone

Un ritorno emozionante a Pazza Idea: lo scrittore spagnolo Manuel Vilas con il suo nuovo romanzo, già bestseller, che ci parla della pandemia e del lockdown ma anche, e soprattutto, dell’invincibilità della vita. I baci sono una immagine fulminante dell’umanità negata dal Covid, e il gesto primario in una relazione amorosa: come li vivono i due protagonisti, come li abbiamo vissuti noi tutti/e, mentre intorno fioriva la paura?
La pandemia ha davvero cambiato il nostro modo di avvicinare le persone o anche stavolta la vita ha dimostrato di essere più forte di tutto? In un romanzo di stringente attualità che è anche un affresco di sentimenti potentissimi, Vilas si conferma un grande interprete e narratore di storie universali, che ci ricorda che all’amore bisogna aggrapparsi con tutte le forze, perché “quando usciamo da noi stessi e andiamo incontro all’altro lo facciamo avvolti in una gioia e in una speranza che giustificano la vita, il senso della vita”.

Libro di riferimento: Manuel Vilas, I baci (Guanda, 2021)

 

> h 18:00

Quando lo scontro diventa incontro. Razzismo, privilegio bianco e mani tese per un futuro migliore
Incontro con Gabriella Nobile e Nadeesha Uyangoda, in conversazione con Vito Biolchini

“Il “privilegio bianco” è radicato nella nostra storia, nel colonialismo europeo, nella tratta degli schiavi e nell’Impero Britannico. Proprio per tale motivo, anche inconsciamente, nessuno di noi è immune al pregiudizio che fa parte della nostra cultura”. Gabriella Nobile, madre di due figli, porta avanti da tempo con la rete di “Mamme per la pelle” un’azione forte e innovativa di lotta al razzismo in tutte le sue forme, anche le più subdole. Il complesso rapporto con le forze dell’ordine è al centro del suo ultimo libro “Coprimi le spalle” e del primo corso-pilota di informazione antirazzista che vedrà dialogare insieme ragazzi di diversa origine e forze dell’ordine insieme al Ministero degli Interni e all’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori del Governo).
Il riconoscimento reciproco avviene nelle condizioni giuste, non nel pre-giudizio; e il primo passo è senz’altro quello di chiamare le cose col loro nome. Per esempio, iniziare a pronunciare la parola “razzismo” e di problematizzarlo. Anche l’esperienza della giornalista italo srilankese Nadeesha Uyangoda racconta dello stupore altrui, delle domande cruciali da porsi e da porre agli/alle altri/e in un mondo complesso e apparentemente moderno in cui, però, le etnie non bianche sono rappresentate ancora in maniera stereotipata e macchiettistica nei media e qualcuno/a si chiede ancora di che tonalità di colore sia esattamente quell’“unica persona nera nella stanza”.

Libri di riferimento: Gabriella Nobile, Coprimi le spalle. Quando lo scontro diventa incontro (Chiarelettere, 2021)

Nadeesha Uyangoda, L’unica persona nera nella stanza (66thand2nd, 2021)

 

> h 19:00

La mia migliore amica. Viaggio nelle città che dovresti conoscere 

Incontro con Jan Brokken, in conversazione con Giovanni Dessole, letture di Emilia Agnesa, musica di Emanuele Contis, traduzioni di Marta Cadoni

Le città come un corpo vivo, come una creatura senziente, come qualcuno che sarebbe bello conoscere. Luoghi che parlano anche quando crediamo di conoscerli perfettamente, e che riservano sempre delle sorprese, delle possibilità “altre” che ci sono state o ci saranno. Fra queste, la Cagliari di Eva Mameli Calvino, illustre naturalista e prima donna a dirigere un Giardino botanico in Italia; la Bologna di Giorgio Morandi, Bergamo dove nacque e morì Gaetano Donizetti, la Düsseldorf dell’artista Joseph Beuys, la Parigi dove Erik Satie si incontrava con Picasso, Djagilev e Cocteau. E poi Amsterdam così cara a Gustav Mahler, San Pietroburgo per ripercorrere la tormentata vicenda musicale di Šostakovič, in una corrispondenza di amorosi sensi fra l’autore e i luoghi visti e vissuti con l’animo del viaggiatore lieve e innamorato.
Una serie di ritratti di donne e uomini che sono anche un omaggio alla creatività e all’arte, allo spirito umano che, se prestiamo attenzione, sentiamo ancora mentre camminiamo per le strade di una città.

Libro di riferimento: Jan Brokken, L’anima delle città (Iperborea, 2021)

In collaborazione con il Festival Marina Cafè Noir

 

> h 20:00

È gradita la camicia nera. Il caso Verona

Intervista a Paolo Berizzi, in conversazione con Walter Falgio

L’unico cronista europeo che attualmente è sotto protezione per minacce neofasciste e neonaziste racconta le vicende e le contraddizioni di una città unica. Paolo Berizzi, inviato del quotidiano La Repubblica, riavvolge il filo che risale non solo ai tempi della repubblica di Salò, di cui Verona fu una delle capitali, ma addirittura agli albori del movimento fascista. E ancora, ex skinhead e animatori di festival nazirock, capi ultrà che allo stadio inneggiano a Hitler ed esaltano “una squadra a forma di svastica”, tradizionalisti cattolici nemici giurati dell’illuminismo, dello Stato unitario e del “dilagante progressismo ecclesiale”, promotori di cene e gite in cui “è gradita la camicia nera” che entrano in consiglio comunale nella lista del sindaco e organizzano manifestazioni finanziate dal Comune. Cosa succede nel Nord Est del nostro Paese? Non dovremmo forse prestare più attenzione a certi segnali, se abbiamo a cuore la salute della nostra democrazia?

Libro di riferimento: Paolo Berizzi, È gradita la camicia nera. Verona, la città laboratorio dell’estrema destra tra l’Italia e l’Europa (Rizzoli, 2021)

 

> h 21:00

On the road – La strada da Pavese all’America

Incontro con Omar Pedrini, in conversazione con Pierluigi Vaccaneo e presentazione del libro “Dentro un viaggio senza vento”

Una serata tra letture e musica insieme al cantautore e storico leader dei Timoria, e il suo nuovo libro “Dentro un viaggio senza vento” (con Federico Scarioni, Ed. Il Castello): un concert book ispirato all’omonimo album che ripercorre le emozioni e gli avvenimenti che hanno ispirato la nascita delle canzoni, fra aneddoti, ricordi e la voglia di emozionare ed emozionarsi. Omar Pedrini, accompagnato per la serata da Simone Zoni, Davide Apollo e l’attore Gipeto a comporre un Quartetto, proporrà poi un inedito parallelo tra il percorso letterario di Cesare Pavese e la beat generation e sarà intervistato da Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Pavese.
Pedrini e i suoi musicisti ci condurranno in un viaggio musicale alla scoperta delle ambientazioni dei grandi narratori americani, da Sherwood Anderson a Hermann Melville passando per Dos Passos e Whitman, Faulkner e Lee Masters: scrittori che hanno narrato l’America dell’industrializzazione e dello spopolamento delle campagne, cui Pavese si ispira cercando di creare, sia a livello linguistico che contenutistico, un percorso creativo che abbia come protagonisti personaggi semplici dai quali si possa sprigionare tutto il potenziale semantico del Mito.

Libro di riferimento: Omar Pedrini, Federico Scarioni, Dentro un viaggio senza vento (Il Castello, 2021)

In collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese

 

* Per tutta la durata del festival *

10 anni a occhi aperti.

Installazione visuale 10 anni di Pazza Idea, a cura di Luca Spano

Con gli occhi aperti esploriamo il mondo che ci circonda. Stiamo vigili e attenti per capirlo, interpretarlo, conoscerlo. Spalanchiamo gli occhi quando qualcosa ci riempie di meraviglia, quando inaspettatamente impariamo qualcosa di nuovo. “Ad occhi aperti” è un motto: abbracciarlo significa essere pronti a sognare perdendosi nella poetica dello scoprire.

Per i 10 anni del Festival Pazza Idea, l’installazione “10 Anni ad Occhi Aperti” vuole essere un tributo al pubblico del Festival, ai suoi occhi pieni di curiosità per il presente, ma con un battito di ciglia già nel futuro.

Una serie di immagini del pubblico che guarda, che ascolta, che partecipa, fa da sfondo a una mappa concettuale delle parole chiave che contraddistinguono i temi delle varie edizioni passate. Perché questi 10 anni non sarebbero esistiti senza le persone e le loro idee.

In collaborazione con Occhio ETS[:]